Sacconi: "Lo schiavismo
è una risorsa per il Paese"
LA RIFORMA DELLA STRUTTURA CONTRATTUALE … di male in peggio
Cgil Cisl e Uil, hanno presentato le “linee di riforma della contrattazione” , ovvero del NUOVO PATTO SOCIALE che accoglie in toto il diktat di Confindustria per il ridimensionamento del CCNL, ridotto a mero “centro regolatore dei sistemi contrattuali a livello settoriale”, e viceversa potenziando la contrattazione aziendale per assoggettare il salario a variabili di mercato e di sfruttamento quali “produttività, qualità redditività, efficienza”.
In sintesi, si vuole smantellare il CCNL con i suoi elementi universalistici e di solidarietà, non prevedendo più aumenti salariali uguali per tutti/e ma scaricando “il rischio di impresa” sui/lle lavoratori/trici, trasformati così in cottimisti/e alla mercé di “assetti societari, situazioni debitorie e finanziarie”.
E non c’è limite al peggio: nella “ riforma” è prevista la triennalità dei rinnovi contrattuali: parlano tanto d'emergenza salariale ma poi dilazionano le scadenze degli aumenti !! Non una parola sulla reintroduzione di un meccanismo di adeguamento delle retribuzioni al costo della vita (scala mobile) quale unico strumento per salvaguardare il potere di acquisto dei salari falcidiato negli ultimi 16 anni del 30% grazie allo scellerato accordo del luglio ’93, che ha ingabbiato gli aumenti sotto il tetto dell’”inflazione programmata” nel Dpef.!
Non un cenno ai processi di privatizzazione, aziendalizzazione, esternalizzazione, limitandosi a parlare di rafforzamento delle normative su appalti e cessioni di rami di azienda… ma quali normative, visto che aumentano infortuni, morti sul lavoro, sfruttamento e precarietà? E mentre smantellano il CCNL, Cgil-Cisl-Uil stanno avviando una campagna per la riduzione del carico fiscale sul lavoro dipendente, strumento -secondo loro- per “rilanciare” le retribuzioni.
Ma cosa c’entra la riduzione dell’ imposizione fiscale con il potere di acquisto dei salari? Elargire una manciata di euro ai/lle lavoratori/trici attraverso una riduzione della tassazione significa solo far ricadere l’accrescimento delle retribuzioni sulla fiscalità generale… per poi provvedere tagliando i servizi sociali!. Ovvero i sindacati concertativi ci stanno dicendo che gli aumenti dovremo farceli da soli, prendendoli dalle nostre tasse, perché non intendono più chiederli ai padroni pubblici e privati. Il risultato è che resta irrisolto il problema di fondo: adeguare il salario al costo reale della vita.
Questa è l’amarissima conclusione: Lo smantellamento del CCNL costituisce un ulteriore attacco alle retribuzioni dei lavoratori/trici. La riduzione delle tasse è la classica foglia di fico per nascondere le complicità di Cgil-Cisl-Uil con l’attuale politica liberista che falcidia i salari.
Avviamo la vertenza e la mobilitazione per:
il SALARIO e la SCALA MOBILE
la DIFESA DEL CONTRATTO NAZIONALE e per i DIRITTI SINDACALI
la SICUREZZA SUL LAVORO e DEL LAVORO CONTRO LA PRECARIETA'
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