martedì 1 gennaio 2008

LETTERA DI CONVOCAZIONE PRIMA RIUNIONE


Cari compagni/e
con gli “stati generali” del 8 e 9 dicembre “l'unità della sinistra politica” è ormai avviata. Sarà una federazione di partiti, con un cartello elettorale, un programma d'occasione, una fortissima impronta governista, e alle spalle, con un carattere che si potrebbe dire fondativo, l'impossibilità di fare un serio bilancio della ultima, disastrosa, esperienza di governo; un esame critico dei risultati, ma soprattutto delle modalità organizzative e di relazione del percorso scelto. Insomma, da questa parte, la nuova sinistra o sarà governista o non sarà, e l'attributo “nuova” sembra davvero improprio.
Ma è anche avviato il rafforzamento della rete dei “soggetti in movimento” in cui “Sinistra critica”, con la sua prima assemblea nazionale (9 dicembre), si è inserita come un soggetto importante. L'unità della sinistra politica da una parte e la rete dei soggetti in movimento dall'altra; una polarizzazione più che un contrasto, rappresentativa di una situazione di crisi profonda, di fine d'epoca, in cui chi intende andare avanti deve ricomporre o tentare di ricomporre tutti gli elementi di un progetto di alternativa sociale: dal blocco sociale e dal programma fino alla cultura e all'immaginario.
Questa ricomposizione, che dobbiamo necessariamente agire nel vivo delle relazioni e delle contraddizioni sociali, è oggi negata sia dalla potenza del neoliberismo (dislocazione dei suoi poteri, larga egemonia) sia dagli esiti sociali fortemente regressivi che il neoliberismo ha dispiegato in questi ultimi decenni, ma è già annunciata nelle pratiche e nelle elaborazioni teoriche del movimento. Il partito democratico e la federazione che sarà la sua sinistra non andranno oltre un liberismo temperato o compassionevole vale a dire la soglia che il congresso di RC di Rimini aveva tentato di superare ma che il gruppo dirigente del partito ha allontanato via via da se.
Non sarà una scelta strategica, sia chiaro (Il gruppo dirigente di RC da parte sua continua a rinviare il suo congresso), sarà l'esito di un giocare di rimessa, nella pratica e nella cultura, con la cultura e la politica oggi dominanti, di cui l'ultima esperienza di governo è stata un saggio rilevante. Un progressivo omologarsi che ha avuto nel ceto politico una delle testimonianze più evidenti.
Anche ad Asti, con le particolarità della nostra situazione e della nostra esperienza recente, le cose si stanno muovendo nel senso su detto. Con una Rifondazione che sarà via via rioccupata da un ceto politico estenuato da processi ingiusti ma sempre ben saldo nelle pratiche da epigoni della terza internazionale. Vale a dire: massimo rispetto del potere, l'idea che la politica passi essenzialmente attraverso le istituzioni, l'idea che i partiti abbiano il monopolio della politica.
L'ultimo comitato politico di RC (10 dicembre), ridotto nelle presenze ma ancora in grado di votare, ha deciso a maggioranza (due voti contrari e un astenuto) di avviare anche qui “l'unità della sinistra politica”, già anticipata in iniziative promosse attorno all'associazione “A sinistra” e accompagnate da polemiche tanto velenose quanto inconcludenti tra sodali, ex sodali e poi ancora sodali. C'è da scommettere che la “libertà di scegliere l'opposizione”, scoperta inopinatamente da Bertinotti qualche giorno fa, non sarà mai praticata in alternativa alle possibili alleanze elettorali con il pd.
Data la situazione, senza un contrasto reale, le persone singole in carne ed ossa, oscuri e meno oscuri militanti politici e sociali resterebbero esposti a tutti i processi di omologazione e marginalizzazione in atto. Non si parte da zero, l'esperienza del social forum cittadino e di tutte le associazioni di volontariato e di promozione sociale che in qualche modo in questi anni hanno raccolto i messaggi più generali del movimento contro il neoliberismo e la guerra, costituiscono un retroterra importantissimo di un qualunque futuro progetto di alternativa sociale, che abbia anche nella nostra città e nel nostro territorio momenti di vera elaborazione.
Si tratta di rafforzarne la rete con tutti gli strumenti organizzativi e politici necessari. Non solo la sede, che deve essere adeguata e adeguatamente sostenuta da un plafond di quote finanziarie, ma gli strumenti tradizionali e meno tradizionali devono essere rapidamente attivati. Insomma, da questa parte la nuova sinistra o sarà sociale o non sarà.
Come “Sinistra critica” dobbiamo fare la nostra parte, considerandoci fin da subito come una associazione che fa riferimento al Social Forum cittadino. Il tesseramento che abbiamo lanciato è solo la testimonianza di un impegno, di una promessa, non prelude ad alcuna forma di partito. Avremo al massimo un portavoce, qualcuno che si occuperà dei mezzi in rete, un periodico in pdf, un sito web, per il resto dovremo agire come un collettivo di liberi ed eguali.

Nessun commento: