Ancora una volta a fare le spese della politica del governo sono stati i lavoratori e le lavoratrici, i pensionati, i precari.
Riduzione dei diritti, tagli alle spese sociali e alle pensioni, privatizzazioni, aumento delle spese militari, valorizzazione senza limiti dell'impresa e del mercato, tutti provvedimenti del governo Prodi, sottoscritti dalla sinistra radicale, che hanno peggiorato le condizioni di vita e di lavoro dei ceti popolari, accresciuto una già iniqua distribuzione della ricchezza a favore di profitti e rendite, confermato un ruolo preminente dei poteri forti, economici e finanziari, sull'intera società.
Noi con le nostre piccole forze ci siamo opposti e oggi siamo impegnati a costruire un’altra sinistra, anticapitalista, ecologista, femminista, all’opposizione delle destre ma anche del Pd.
Un’altra sinistra che faccia quello che dice, che sia coerente con i propri valori, rispettosa e impegnata a fondo nel conflitto sociale.
Le nostre idee sono semplice e concrete, con un orientamento contrario a quello dei precedenti governi, proponiamo: 300 euro di aumenti mensili netti; salario minimo a 1300 euro, salario sociale, introduzione della patrimoniale, piano di emergenza contro le morti sul lavoro. E poi diritti civili, No a ingerenze vaticane, drastica riduzione delle spese militari, sottrazione al mercato di beni e servizi fondamentali, promozione dei diritti sociali alla casa, alla scuola, alla pensione e alla sanità.
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